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particolare della Colonna dell'Immacolata, vicino a piazza di Spagna - Roma |
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tra dubbio e consegna alla promessa
Care ragazze e cari ragazzi,
in questo scorcio di Avvento, ci fa
compagnia san Giuseppe e in particolare l’annunciazione di cui è stato
protagonista. Generalmente è più facile sentir parlare di annunciazione a
Maria, ma il vangelo di Matteo (Mt 1, 18-24)
che risuona nell’odierna liturgia ci presenta un’altra annunciazione. E così
abbiamo due annunci di nascita che vengono felicemente sintetizzati in un unico
rilievo, posto alla base della Colonna dell’Immacolata, vicino a piazza di
Spagna (Rom).
Mi piace questo Giuseppe, compagno nel
cammino che vivo ogni giorno, in ogni tappa della mia vita e della mia ricerca,
passando dal
dubbio alla consegna fiduciosa, a quella promessa di pienezza che
intuisco essere la più bella, la più autentica per la mia vita!
Mi piace questo Giuseppe che entra
nella storia di Gesù ricevendolo in dono come figlio e diventa così icona che
tratteggia come ciascuno
di noi è chiamato ad aprirsi a Dio, che c’è già… si dona a noi: noi
non dobbiamo generare Gesù (Giuseppe non l’ha generato), ma semplicemente…
accoglierlo.
Mi piace questo Giuseppe che appare
tanto fragile e dubbioso nel dramma interiore che vive rispetto alla gravidanza
inattesa di Maria, ma tanto grande nella capacità di lasciarsi stravolgere la
vita dall’intervento dello Spirito, mediato dall’angelo.
La liturgia
siro-occidentale dedica alcune parole molto belle alla manifestazione a
Giuseppe, soffermandosi sul mistero del dubbio e della fede dello sposo di
Maria. Eccole: “E Giuseppe
fu colto da meraviglia e perplessità vedendo il
concepimento manifesto e allo stesso tempo la verginità. Ma il mistero gli
rimane nascosto e il dubbio lo assale.
Tu però Signore hai mandato dal cielo il capo delle schiere celesti per
illuminare l’angoscia del giusto”.
Mi piace il sognare di Giuseppe, che
viene così coinvolto nel sogno di Dio: l’attesa di Giuseppe è quella di capire,
comprendere cosa deve fare, come comportarsi, ma è intrisa della fiducia, grazie
alla quale aderire e consegnarsi. Solo così l’obbedienza di Giuseppe è disponibilità a
riconoscere che ciò che era atteso si va realizzando in modo imprevisto e…
gratuito! E, come Maria, si fa anche lui grembo che accoglie il dono
di Dio.
Anche
lui, con l’intelligenza della fede, comprende quello che di per sé non era
chiaro e si fida totalmente di Dio. All’iniziativa
irrompente di Dio corrisponde l’adesione responsabile e libera di Giuseppe: obbedisce
e fa anche se è un’azione che gli appare in contraddizione con i suoi pensieri.
Mi piace questo Giuseppe la cui giustizia
si coniuga con una “conversione” dal momento che esce dalla logica umana e dai suoi comprensibili
diritti per abbandonarsi, consegnarsi all’imprevedibilità del diritto dello
Spirito. Accetta la novità del progetto di Dio e con semplicità
risponde con la sua vita. La giustizia di Giuseppe risiede nella disponibilità
a compiere fedelmente e integralmente la volontà divina, per cui, obbediente
alla Parola di Dio, consegna la propria vita a un progetto che lo trascende,
accettando di prendere con sé Maria.
Sento che attraverso questo Giuseppe, oggi
il Signore mi invita a dare un nome ai dubbi e alle paure che talvolta mi
costringono nei miei piccoli progetti e attese, impedendomi di aprirmi
all’accoglienza del dono gratuito che Dio mi fa.
Forse anche a te, che vivi tra il
dubbio e il desiderio di consegnarti alla promessa, oggi il Signore ripete: “Non
avere paura, non dubitare della mia fedeltà. Il dono è già stato fatto, non
temere di prenderlo, di accoglierlo, di affidarti. Io realizzo i tuoi desideri
con la mia promessa, ma la promessa viaggia sui miei sentieri”.
Continuiamo
a camminare verso il Natale, certi di incontrare Dio che nella sua fedeltà
mantiene le promesse, colma di gioia, prende per mano nel dubbio e consegna
alla promessa.
sr Anna
Da chi, se non da Dio,
poteva venire a Giuseppe, una parola,
che, pur rimanendo
oscura, gli placava il cuore roso dal dubbio?
Da chi, se non da Dio,
l’ordine di levarsi subito
e di prendere il
fanciullo e la madre e fuggire in Egitto?
Ai
sogni che suggeriscono obbedienze costose e fedeltà ancor più costose,
si
può credere senza cessare d’essere ragionevoli.
Alle voci che non
rispondono alle nostre inclinazioni e comodità,
ma queste e quelle
atrocemente mortificano, si può credere illimitatamente,
perché qualcuno ci ha
parlato, anche nel sogno.
Il
Signore, che non vuole forzare la mano a nessuno con luci troppo forti e voci
troppo distinte,
si
serve di mezzi, ove la sua bontà lascia un sufficiente margine all’esercizio
della nostra fedeltà.
“E Giuseppe, destatosi dal sonno, fece
come l’angelo del Signore gli aveva comandato….”
“Egli dunque levatosi, prese di notte il
fanciullo e sua madre e si ritirò in Egitto….”
“Ed egli, levatosi, prese il fanciullo
e sua madre ed entrò nel paese d’Israele.”
Le grandi vocazioni richiedono le grandi
fedeltà.
(Primo
Mazzolari)