L'incontro
tra Maddalena e il Risorto - Santuario della Madonna della Salute degli Infermi,
Scaldaferro (VI)
Cari Giovani,
la gioia della Pasqua che stiamo
celebrando abita i nostri cuori e stupiti contempliamo Gesù Risorto, il Signore che ci
dona la certezza di essere più forti del peccato, del dolore e anche della morte
se stiamo con Lui.
Ho celebrato il Triduo pasquale e la
Domenica di Pasqua insieme ad un gruppo di giovani, in un modo diverso dal
solito (leggi qui). La ricchezza dell’esperienza e la bellezza dell’incontro con Gesù è testimoniata da Elena, una giovane che ha partecipato a questa
proposta.
Condivide con noi quanto lei ha vissuto.
Particolare del crocifisso di Donatello - Basilica S. Antonio
Li amò fino alla fine
Si è appena conclusa per me e un gruppo
di altri quindici giovani l’esperienza del Triduo Pasquale vissuta tra le mura della
Basilica di S. Antonio a Padova e non solo … Esperienza che ci ha permesso di
gustare a fondo i giorni fulcro per ogni cristiano.
Il giovedì è risuonato l’eco di cinque
parole: “ Li amò fino alla fine ”,
che sono la chiave della nostra fede e il modo in cui Gesù intende l’esistenza
di ogni uomo. Seguendo il Suo esempio capiamo infatti che per Lui la vita è
servizio, amore fino in fondo, fino ai minimi particolari; non a caso si
inginocchia a lavare i piedi dei suoi discepoli. Ecco quindi che chi serve
regna, chi facilita la vita agli altri regna.
Venerdì invece la nostra attenzione è
stata tutta per la Croce, per la sofferenza e il dolore che il Figlio di Dio ha
affrontato per noi, dimostrando che anche dentro una situazione così atroce
possiamo amare profondamente. Sulla Croce ha inizio il passaggio dalla morte
alla resurrezione di Cristo, significato intrinseco della Pasqua; quali sono allora le nostre morti? Le nostre
paure? E a cosa tendiamo? Che passaggio vogliamo compiere?
Proprio venerdì abbiamo fatto visita a Casa Santa Chiara, dove vengono accolti malati terminali e di AIDS, dove si impara
un rispetto profondo per queste persone, per ciò a cui vanno incontro e per le
loro ferite. Fortunatamente Gesù ci dà una prospettiva nuova: pensare alle
nostre ferite come a delle feritoie attraverso cui far passare le relazioni, gli
sguardi, l’affetto, l’amore.
Sabato, giornata del silenzio. Dopo aver fatto
visita alla comunità S. Francesco a Monselice, luogo di recupero dalle
tossicodipendenze, ci siamo spostati all'eremo francescano S. Maria degli
Angeli a Monte Ricco, in cui ci siamo fermati e abbiamo fatto silenzio. Silenzio
per la morte del Signore, silenzio nell'attesa della resurrezione, silenzio che,
come disse Paolo VI, è l’attività del cuore che ascolta.
Infine domenica: festa grande, gioia e
squilli di trombe perché Gesù è risorto, è vivo, ha vinto la morte! Ci precede nel cammino della vita e ci
ricorda: “Fate questo in memoria di me”
, perché se non facciamo come ci ha insegnato non resta memoria di Lui. Teniamo
presente dunque che esistiamo e possiamo essere dei punti di calore, di
benevolenza e di misericordia.
Facciamo allora quello che possiamo, non
quello che dovremmo o che vorremmo, ma quello che possiamo, e in questo non
perdiamo di vista il nostro primo compito: essere persone con le persone.
Elena Meneghello
Serre per la coltivazione di fiori - Comunità S.Francesco, Monselice (PD) - foto di Damiano
Cari Giovani,
restiamo
dentro questo amore che nella Pasqua percepiamo in modo forte e non abbiamo paura di ascoltare la proposta di Gesù a seguirlo,
là dove ci chiede di spendere la vita, dietro a Lui, seguendolo da vivi, da
risorti.
Buona Pasqua e buon cammino!
suor barbara
barbara.danesi@elisabettine.it