venerdì 23 settembre 2016
mercoledì 21 settembre 2016
Ehi, tu....Chi? Io??
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato
Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò
e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti
pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi
discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il
vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito
questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici.
Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Mt 9,9-13)
A me la storia della chiamata di Matteo suscita
sempre grande stupore.
Prima di tutto perché trovo originale e affascinante
la pedagogia di Gesù.
Vede un uomo, gli vuole bene, lo sceglie e lo
chiama.
Nel racconto autobiografico dell’Evangelista, questo accade in pochi secondi.
In un tempo brevissimo Gesù consegna a Matteo
tutto ciò che gli serve per vivere in pienezza la vita: il suo sguardo, la sua
predilezione su di lui, il suo amore, la sua missione. Cosa desiderare di più?
Gesù conclude questo contatto con Matteo con un
imperativo categorico: «Seguimi». Il Signore voleva da subito fargli capire che
la sua Parola è forte, è una parola efficace, che fa quello che dice, che non si può rifiutare se si vuole fare verità. E Matteo
prenderà sul serio questo, tramandandola fedelmente nel suo Vangelo, fino a
noi, oggi qui e in tutto il mondo.
Non si può non considerare anche il fatto che
Matteo viene scelto in modo scandaloso per chi stava assistendo alla scena. Matteo
è oggetto di una predilezione sconvolgente, proprio accaduta a lui, perché poi potesse
raccontare che Gesù non è venuto per i sani, ma per i malati.
Tutto calcolato, certo!
Gesù sapeva che quel pubblicano avrebbe narrato la
misericordia divina sperimentata sulla sua pelle perché tutti sapessimo che ciascuno è chiamato dal Signore, anche con i limiti e i peccati che si porta dietro o dentro.
Chi segue Gesù non è una statua di bronzo e
nemmeno un santo fatto in serie, magari di legno prefabbricato, ma donne e
uomini che, affascinati da Gesù stesso e dal suo stile di vita, hanno deciso di dargli
fiducia e provare a stare dietro a Lui, donando anche tutta la vita, per
continuare a narrare nella carne che il Dio di Gesù è il Dio Padre, Misericordioso
e Buono.
E tu?
Cari Giovani, vi assicuro che ci conviene stare
molto attenti ai passaggi di Gesù nella nostra vita, per non rischiare di non
sentire la sua voce che ci rivolge lo stesso invito…«Seguimi»; per non
rischiare che ci venga vicino, al nostro tavolino, ai nostri banchi (!!) e noi
siamo impegnati magari ad ascoltare altre voci.
Buon cammino, attenti alla voce del Signore!
suor barbara
barbara.danesi@elisabettine.it
sabato 17 settembre 2016
Dio ti ama!
Cari
Giovani,
oggi
17 settembre, festa dell’Impressione delle Stimmate di San Francesco (leggi qui), la nostra
famiglia religiosa fa memoria della chiamata del Signore rivolta ad Elisabetta
Vendramini.
Sono trascorsi duecento anni da quel giorno.
Così oggi pomeriggio, per aprire le celebrazioni di questa memoria, che si concluderanno nel settembre
2017, a Padova in Casa Madre, ma anche in tutte le comunità sparse nel mondo, pregheremo
ringraziando il Signore per il dono di madre Elisabetta che, dicendo il suo SI’
alla proposta del Signore, ha realizzato in pienezza la sua vita.
Ecco
come Elisabetta racconta nel suo Diario, il momento in cui ha percepito la chiamata
del Signore.
Giotto, Basilica di Santa Croce, Firenze.
«Nel 1817, li 17 settembre, ritrovandomi con delle signore e
tutta intenta essendo ad udire una nuova moda di acconciatura di capo, una
voce, solo dall'anima udita, mi disse: Non vedi che la tua condotta ti
porta a dannazione? Vuoi tu salvarti? Va' ai Cappuccini. Era questo un
orfanotrofio di mendiche abbandonate di cui ignoravo l'esistenza. A tal voce,
che a me fu un fulmine, si scosse siffattamente la mia natura che subito mi fu
chiesto cosa mi sentiva. Rinvenuta alquanto da tale onnipotente voce, dissi: Signore,
se voi siete che ciò volete, datemi la forza per obbedirvi. In un istante più non conobbi me stessa, mi
si cambiò in disgusto il mondo, lasciai lo sposo a cui era promessa e tosto
sospirai l'ignoto chiostro».
La risposta di amore di Elisabetta ha coinvolto molte altre donne che anche oggi sono segno dell’Amore del Padre Altissimo, nella famiglia francescana, secondo il carisma elisabettino. Due sorelle condividono le loro memorie, il momento in cui hanno percepito la voce di Dio.
«Uno
così non l'avevo mai incontrato!
“Dio
ti ama!”
ci diceva, ce lo diceva di continuo, soprattutto a noi giovani, e ci mostrava
come questo si traduceva in una carezza ad un bambino o ad un anziano, in un
abbraccio ad una persona disabile, nell'accogliere in casa propria un uomo
senza fissa dimora che spesso arrivava ubriaco e puzzolente. Ma quello che più
mi sconvolgeva era che tutto questo gli dava una grande gioia. Questa gioia mi
ha provocato così tanto che ho accettato la sfida e ho cominciato anch'io, nel
mio piccolo a provare a fare quello che faceva lui. Un po' alla volta ho capito
il perché di tanta gioia: in quei gesti lui esprimeva quell'amore che il
Signore gli aveva posto nel cuore e che non era proprio possibile tenere solo
per sé. Ho capito, sperimentandolo a poco a poco, che quell'amore che il
Signore ci dona senza misura, era davvero per tutti, e, soprattutto, andava
condiviso con chi di quell'amore aveva più bisogno, con chi faceva fatica o,
per motivi vari, era più in difficoltà ad affrontare la vita di tutti i giorni.
E' stato come scoprire un grande tesoro: la cosa straordinaria era che quel
tesoro, una volta condiviso, si moltiplicava invece di diminuire. E il miracolo
era che oltre a dare gioia agli altri dava una grande gioia anche a me. Giorno
dopo giorno ho percorso un cammino che mi ha portato a scegliere una vita
totalmente dedicata a condividere questo tesoro che aveva riempito il mio cuore
e tutta la mia vita. Sono diventata suora francescana elisabettina perché ho
visto in Francesco ed Elisabetta due persone che prima di me avevano compreso e
sperimentato quello che io stavo sperimentando e con loro mi sono sentita in
sintonia e, nel vero senso della parola, a casa mia».
suor
Alessia
«Guardavo
le suore elisabettine della mia parrocchia e pensavo che erano donne felici e
contente. Era il Signore che le rendeva felici e lo dimostravano nel servizio
ai bambini, agli anziani, alle persone che si rivolgevano a loro per qualsiasi
necessità. Anche io volevo vivere una vita piena e allora ho chiesto di poter
essere una suora elisabettina. I miei genitori mi hanno sostenuta e hanno
accolto questa mia vocazione come un dono anche per la nostra famiglia. Sono
passati molto anni e ora anche io posso dire di essere contenta e sentirmi
molto amata da Dio e dalle tante persone che ho incontrato nella mia vita. La
Famiglia elisabettina mi ha permesso di stare vicino alle persone che soffrono
e io ho imparato molto. I poveri ci insegnano ad essere semplici e umili, ma ci
obbligano anche ad essere coerenti con il Vangelo e con il carisma di madre Elisabetta».
Una
suora a riposo
Cari Giovani, vi auguro di ascoltare in profondità
la voce del Signore, quella parola che Egli rivolge a ciascuno e soprattutto il
coraggio e la prontezza di dire SI’, perché questa è davvero la strada per
avere la vita e la vita in pienezza.
Buon ascolto!
suor
barbara
barbara.danesi@elisabettine.it
venerdì 9 settembre 2016
Se non ami 2017-2018
Un percorso nel cuore del Vangelo per giovani dai 19 ai 30 anni sulle orme del Signore Gesù: per riscoprire gesti di carità per aprire occhi ed orecchi sulle povertà che ci circondano, per imparare ad essere cuore e mani di Dio nella vita quotidiana.
21 NOVEMBRE 2016
ORE 20.30
SIGNORE, QUANDO TI ABBIAMO VISTO?
L’avete fatto a me
Introduzione al percorso
19 DICEMBRE 2016
ORE 18.00
COS’È QUESTO
PER TANTA GENTE?
Ho avuto fame e mi avete dato
da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere
Esperienza e testimonianza
c/o Cucine Economiche Popolari
9 GENNAIO 2017
ORE 20.30
HA SCELTO
LA PARTE MIGLIORE
Ero straniero e mi avete accolto
Testimonianza accoglienza notturna
13 FEBBRAIO 2017
ORE 20.30
SI PRESE CURA DI LUI Ero malato e mi avete visitato
Testimonianza O.P.S.A.
13 MARZO 2017
ORE 20.30
CHI CREDE IN ME,
ANCHE SE MUORE, VIVRÀ
Accanto a chi sta morendo
L’esperienza di Casa Santa Chiara
3 APRILE 2017
ORE 20.30
E UNA LUCE SFOLGORO' NELLA CELLA
Ero in carcere e siete venuti a trovarmi
Testimonianza carcere "Due Palazzi"
15 MAGGIO 2017
ORE 19.30
PERCHÉ VI PREOCCUPATE?
Ero nudo e mi avete vestito
MANDA LA TUA ADESIONE ENTRO IL 26 NOVEMBRE 2016
suor Paola Bazzotti
FRANCESCANA ELISABETTINA
340 7559467
suor Mariateresa Dubini
FRANCESCANA ELISABETTINA
terrykairos1968@libero.it
334 3001393
fra Gabriele Terzi
FRANCESCANO CONVENTUALE
Gli incontri si svolgeranno presso:
CASA SANTA SOFIA
Suore Francescane Elisabettine
Via G. Falloppio, 49 - Padova
Telefono 049 655216
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