San Francesco intuisce l'importanza e la necessità di compiere gesti esteriori che rispecchino il desiderio del cuore: a questo serve costruire il presepe, addobbare la casa, curare i particolari che dovrebbero dire quello che sta succedendo dentro di noi!
Presi da mille cose potremmo travisare il senso dei preparativi, c'è questo rischio!
Fermiamoci a gustare i particolari pensando allo spazio che stiamo creando per accogliere l'Emmanuele, il Dio-con-noi, come Maria e Giuseppe, che nella loro semplicità hanno compiuto gesti e azioni per accogliere la sua nascita, come ha chiesto di fare san Francesco 800 anni fa.
Buona ultima settimana di preparativi!
sr Anna
Dalle Fonti Francescane
“Meditava continuamente le parole del
Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l'umiltà
dell'Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente
nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.
A questo proposito è degno di perenne memoria e
di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua
gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore.
C'era in quella contrada un uomo di nome Giovanni,
di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché,
pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà
dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa
della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli
disse: "Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e
prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in
qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la
mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e
come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". Appena l'ebbe ascoltato,
il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto
l'occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.”
FF 467-468