Cari Giovani,
dal pomeriggio di Giovedì Santo fino alla
Domenica di Pasqua un nutrito gruppo di
ragazze e ragazzi ha
potuto vivere il Triduo pasquale partecipando alle celebrazioni liturgiche
presso la Basilica di S. Antonio a Padova, cogliendone il senso e il
significato originari grazie alle catechesi di fra Paolo e la visita a due
realtà di carità.
I significati si sono resi visibili nelle
catechesi attraverso alcune importanti e bellissime opere d’arte della
Basilica; la concretezza della Passione di Gesù e la sua Risurrezione si sono
potute vedere e ascoltare attraverso le testimonianze di suor Lia e Anna a Casa
Santa Chiara, hospice per malati oncologici, e di fra Gabriele presso la Comunità S. Francesco di Monselice dove ci si occupa di persone dipendenti da varie sostanze.
Abbiamo potuto anche pregare con la comunità dei Frati e con la numerosa
gente presente in Basilica, abbiamo potuto gustare la dolcezza della fraternità
tra noi e con le persone incontrate nelle realtà che abbiamo visitato.
Il gruppo presso la Comunità San Francesco a Monselice
suor Lia a Casa Santa Chiara
Per me è stata una esperienza molto arricchente per vari motivi ma soprattutto,
ancora una volta, ho toccato con mano come nel cuore dei giovani ci sia il
desiderio di vivere in pienezza, di amare alla maniera di Gesù.
Grazie al Signore che ci ha fatto grandi doni!
Grazie
alle mie sorelle di Casa Santa Sofia e di Casa Santa Chiara, ai Frati del
Convento del Santo e a quelli di Monselice, grazie in particolare a fra Alberto
e fra Andrea, grazie a S. Antonio.
Siamo
stati in molte case e in ognuna
abbiamo fatto l’esperienza di essere accolti come sorelle e fratelli, dentro la
grande casa che è la Chiesa che celebra Gesù Risorto!
Foto di gruppo al Santo
Qui sotto trovate la testimonianza di due giovani che hanno partecipato a
questa esperienza, dalle quali si comprende
quanto il Signore continua ad essere presente tra noi!
“Strade”
È il
pomeriggio del Sabato Santo e dopo la catechesi di Fra Andrea viene offerto un tempo
personale di deserto e di riflessione.
Mi
metto in moto, scelgo uno dei tanti sentieri escursionistici che il Monte Ricco
offre e parto.
Cammino,
ascolto il silenzio.
Dopo
qualche metro mi guardo intorno, davanti e dietro me non c’è nessuno, sono sola
e inizio a pensare: “Ho davvero scelto il sentiero giusto? Mi sto perdendo?”.
Con
questi dubbi e incertezze continuo il percorso scelto, sento una forza che mi
spinge ad aver fiducia, questa mia forza sei tu, Signore.
Ed
ecco, finalmente arrivo a destinazione! All’eremo! Un sospiro di sollievo, mi
sento accolta fra le Tue braccia, un abbraccio caldo e vivo di quelli che non
sentivo da tempo. Non avevo sbagliato, avevo percorso la strada giusta.
Esattamente
così ho vissuto il triduo pasquale. Sono partita con il mio bagaglio colmo di perplessità,
questioni irrisolte, situazioni che mi toglievano il fiato e con una domanda in
testa “Cosa nobilita la mia vita?”.
Nelle
piccole azioni della quotidianità, nelle relazioni di tutti i giorni cerco di
vivere come Tu ci hai insegnato, cerco di essere una giovane cristiana. Ma che
fatica! Non rispondere alle offese con altri torti, tendere la mano a chi non
sempre ci rispetta. Nei momenti di frustrazione e delusione capita di
chiedersi: “E’ davvero questa la strada giusta? Non sarebbe più semplice
comportarsi con il menefreghismo che tanto riecheggia nella vita quotidiana?”.
In
questi tre intensi giorni, arricchiti dalle catechesi, dalle celebrazioni e
dalle testimonianze a Casa S.Chiara e nella comunità S.Francesco, tutti questi
pensieri hanno cambiato forma e le domande hanno trovato risposta; Signore tu
hai dato la vita PER ME, sei morto e risorto PER ME, un gesto d’amore talmente
immenso che commuove.
A
volte mi fai percorrere vie che mi spiazzano, quanti ostacoli, quante croci ma
ciò che hai fatto per noi uomini, l’amore che gratuitamente ci doni ogni giorno
mi aiuta a non sentirmi sola, ad affrontare anche ciò che sembra più grande di
me... “Mia roccia tu sei”.
Durante
questo triduo pasquale mi sono sentita ritrovata, avvolta dalla tua bontà. Sì,
il cammino che ho intrapreso è quello corretto.
“Cosa
nobilita la mia vita?”. Essere cristiana, esserti fedele... percorrere,
nonostante le grandi e piccole difficoltà, tutte quelle strade che portano a
Te.
Valentina
In
questa occasione, come in altre a cui ho partecipato, la cosa che mi ha colpito di più è il fatto
che un gruppo di giovani che non si conoscono gli uni con gli altri si trovino a
vivere gli stessi momenti e, anche se solo per pochi giorni, ci si senta come
una vera famiglia. Continuiamo a sapere poco dei nostri compagni, ma ci siamo
comportati in questi giorni come dei fratelli; forse ci saranno occasioni di
rivedersi o forse non ci incontreremo più, ma aver vissuto questa esperienza
insieme mi farà portare nel cuore questi compagni per sempre. La cosa più bella
è capire che questo legame che si è formato sarebbe impossibile viverlo solo
per mano nostra. Si è percepito in ogni momento passato insieme che a farci
sentire così uniti è stata la presenza di qualcuno che era già presente nelle
vite di ciascuno di noi, il Signore.
Questo
Triduo in particolare credo sia stata un occasione per vivere le celebrazioni
nel quotidiano; non solo abbiamo capito il significato di ogni gesto durante le
liturgie, ma grazie alle varie testimonianze, catechesi e attività alle quali
abbiamo partecipato, abbiamo potuto vivere il significato di ogni singolo
giorno del Triduo Pasquale. Un grazie va sicuramente ai frati e alle suore con
cui abbiamo vissuto queste giornate intense.
Per
me è stata un’esperienza molto forte, ma sicuramente positiva, ho vissuto dei
momenti difficili, ma mi sono sempre sentita stretta in un grande abbraccio.
Ci
sarebbero molte altre cose da aggiungere, ma credo che per esprimere cosa è
stata per me quest’ esperienza sia sufficiente dire che in questi giorni ho
vissuto in una vera famiglia che ha accompagnato Gesù sulla croce, ha atteso e
poi festeggiato la sua resurrezione. Alla fine di questa esperienza abbiamo
potuto sentire che Gesù è davvero tra noi.
Giorgia
disegno di Giorgia