È la sera del
3 ottobre 1223 e Francesco sta andando all’incontro con sorella morte.
Alla
Porziuncola, insieme ai suoi frati è
presente anche Jacopa dei Settesoli, una donna che «famosa per nobiltà e per
santità nella città di Roma, aveva meritato il privilegio di uno speciale amore
da parte del Santo» (Trattato dei Miracoli 37: FF 860).
Nel
momento in cui Francesco sente avvicinarsi la fine della vita terrena, chiede
ad un frate di scrivere una lettera a Jacopa, per informarla della gravità
della situazione e chiederle di raggiungerlo prima di sorella morte. «A
donna Jacopa, serva dell’Altissimo, frate Francesco, poverello di Cristo,
augura salute nel Signore e comunione nello Spirito Santo. Sappi, carissima,
che il Signore benedetto mi ha fatto la grazia di rivelarmi che è ormai
prossima la fine della mia vita. Perciò, se vuoi trovarmi ancora vivo, appena
ricevuta questa lettera, affrettati a venire a Santa Maria degli Angeli. Poiché
se giungerai più tardi di sabato, non mi potrai vedere vivo. E porta con te un
panno di colore cenerino per avvolgere il mio corpo e i ceri per la sepoltura.
Ti prego anche di portarmi quei dolci, che tu eri solita darmi quando mi
trovavo malato a Roma». (Lettera a donna Giacomina: FF
253-255)
Ma,
segno divino, mentre i frati si consultano e si domandano come far giungere
quelle righe così intime e originali nelle richieste, ecco! alla porta c’è
Jacopa con un fagotto contenente tutto ciò che Francesco desiderava, in ultimo.
Nel convento dove Francesco giace non può entrare nessuna donna, ma egli senza
remore rompe la regola e, a motivo della sua fede e devozione, fa entrare la
donna che si prostra accanto a Francesco, porgendogli i dolcetti desiderati. «E
mangiato che egli ebbe e molto confortatosi, questa madonna Jacopa si
inginocchiò a’ piedi di Santo Francesco e prende que’ santissimi piedi e
segnati e ornati dalle piaghe di Cristo e con sì grande eccesso di devozione li
baciava e bagnava di lacrime, che ai frati che stavano dintorno pareva vedere
propriamente la Maddalena ai piedi di Gesù Cristo» (Fioretti: FF 1947).
Morte di Francesco, Porziuncola- Assisi
Mi
sono immaginata molte volte gli incontri tra frate Jacopa e Francesco.
Già;
FRATE Jacopa. Così vicina a Francesco da considerarla come uno dei suoi frati,
dei suoi fratelli.
Si erano conosciuti nel 1209, quando Francesco e i suoi compagni erano
giunti a Roma e Jacopa li aveva aiutati a trovare un tetto per ripararsi presso
l'ospitale di San Biagio dei Benedettini a Ripa Grande in Trastevere e ad
ottenere udienza dal papa Innocenzo III. Pare che proprio in quella
occasione Francesco assaggiò i famosi
dolcetti.
Me li immagino seduti sull’erba o in casa su due sgabelli a raccontarsi le
ultime vicende; immagino frate Jacopa attenta in ascolto delle parole lente,
uscite direttamente dal cuore di Francesco e l’affetto. L’affetto davvero fraterno
tra il santo uomo e questa donna, nobildonna vedova e madre, donna di affari, forte e risoluta. E immagino Francesco morente che
ascolta il desiderio di avere la compagnia e la consolazione della sua amica;
Francesco che ricorda, in quelle ore dolorose e intimissime, la dolcezza dei
biscotti e la dolcezza dell’ amicizia, il sapore delle mandorle e del miele
sovrapposti al gusto della fraternità, un dono sempre da chiedere e un rito da
celebrare anche al momento della morte.
Mi
commuove pensare a quei momenti della vita di Francesco. Lui, morente, stigmatizzato,
tutto rivolto all’Altissimo buon Signore, l’alter Christus, povero, senza nulla
di proprio, nudo sulla nuda terra che osa chiedere la vicinanza femminile, di
sorella e di madre di frate Jacopa: l’amica e i biscotti insieme al panno e
alle candele per la sepoltura. L’umanità e la santità.
Sono
molto devota di frate Jacopa e in questa sera in cui si fa memoria viva del
transito del Serafico Padre Francesco da questa vita al Paradiso, la prego
perché insegni a noi donne di questo tempo la tenerezza delicata ma audace
dell’amicizia che sa far stare ‘al proprio posto’, ma non manca della
sollecitudine dell’amore e della carità che rende dolci anche i momenti più
faticosi della vita.
Vorrei
essere come te, frate Jacopa…
suor barbara
Buona festa di San Francesco!
Le spoglie mortali di frate Jacopa sono poste nella cripta della Basilica di San Francesco ad Assisi.
Sopra l'urna si legge Fr. Jacopa de Septemsoli e sotto l'urna Hic requiescit Jacopa sancta nobilisque romana.