il gruppo
A cura di Valerio Folli OFMConv e Martina
Giacomini stfe
Condividiamo la bella esperienza di
formazione missionaria francescana rivolta ai giovani intitolata “Testimoni
della speranza”, vissuta lo scorso anno pastorale e culminata nella missione in
Perù ad agosto. La proposta, nata dal Centro Provinciale Missioni della
Provincia Italiana “Sant’Antonio di Padova” dei frati minori conventuali
(ofmconv), ha conosciuto la collaborazione tra i frati e le suore elisabettine.
L’iniziativa è stata proposta a livello nazionale per le caratteristiche
originali del progetto.
Nei sei week-end di formazione è stato
possibile: conoscere i giovani che hanno
aderito all’esperienza (una ventina tra ragazzi e ragazze provenienti da tutta
Italia); discernere insieme le
motivazioni della partenza; aiutare i giovani ad entrare nel cuore dell’esperienza missionaria, sia da un punto di
vista antropologico (affrontando alcune tematiche culturali, lo studio della
lingua castigliana e gli aspetti ecclesiali dell’America Latina), sia
spirituale (chiamati alla missione); comprendere
cosa avrebbero fatto in Perù; conoscere
i testimoni della fede che hanno dato la loro vita per la terra peruviana: i
beati martiri Michele Tomaszek, Zbigniew Strzałkowski – ofmconv polacchi – e
don Sandro Dordi – fidei donum della
diocesi di Bergamo –, uccisi da Sendero
luminoso nell’agosto 1991.
Il percorso ha permesso ai giovani di
prepararsi a: condividere il carisma
francescano del “vivere tra e con la gente”; riscoprire l’esperienza di fede e lo spirito missionario; vivere un’esperienza di Vangelo, sui
passi dei beati martiri del Perù, e condividerne
la testimonianza con il popolo peruviano, scoprendo nel martirio cristiano una
forma di testimonianza di non violenza; crescere
nella disponibilità al servizio verso gli ultimi; sostenere economicamente alcuni progetti caritativi proposti e seguiti
dai frati minori conventuali presenti in Perù, in favore delle popolazioni
locali.
Proprio la dimensione del martirio è stata
centrale nel cammino fatto. Il dono della vita per i fratelli in nome del
Signore ha provocato i giovani partecipanti e li ha spinti a scavare dentro di
sé per cercare le motivazioni del loro entusiasmo missionario e verificarne la
consistenza. È stato un esercizio di discernimento - attraverso il confronto
con gli animatori, tra di loro e affidando ogni cosa al Signore nella preghiera
- e alcuni di loro hanno deciso di proseguire il cammino iniziato, altri hanno
scelto di rinviarlo.
Il percorso è stato importante anche per
sollecitare il gruppo a crescere concretamente nel senso di responsabilità: hanno
speso tempo ed energie nella gestione di alcune iniziative volte
all’autofinanziamento e al sostegno di progetti di solidarietà. È stato poi
bello e interessante coinvolgere il gruppo in altre esperienze favorendo l’incontro
con altri giovani: Missio Meeting Giovani, proposto dal Centro Missionario Diocesano di Padova;
il 5° Appuntamento Mondiale Giovani per la
Pace organizzato dal Sermig a Padova; La
Notte dei miracoli iniziativa per i giovani durante la celebrazione della
tredicina di sant’Antonio presso la Basilica di sant’Antonio a Padova.
I giovani – accompagnati da fra’ Valerio Folli, fra’ Rocco Predoti,
fra’ Salvatore Cannizzaro e suor Renata Ferrari – hanno vissuto l’esperienza missionaria in Perù dal
6 al 30 agosto, fermandosi per buona parte del
tempo a Pariacoto, distretto a nord di Lima, dove hanno svolto diverse attività
caritative, di evangelizzazione, educative e di lavoro manuale. Lo stile è
stato di sobrietà, di essenzialità e di solidarietà fraterna con la popolazione
locale: hanno affiancato i missionari e i catechisti locali nella visita alle famiglie,
agli anziani, ai malati e nello stare accanto ai bambini e alle persone
indigenti.
Grati di quanto il Signore
ci ha donato, ascoltiamo ora la voce di alcuni giovani e di suor Renata.
i giovani in preghiera presso le tombe dei Martiri
la preghiera in ricordo dei Martiri
Erika insegna alle donne a costruire corone del rosario
Francesca con la gente
Sono Marco, un ragazzo di 29 anni in cammino vocazionale con i Frati Minori Conventuali e ho scelto di partire per la missione in Perù per approfondire la mia fede e il mio cammino vocazionale.
Sono stato colpito molto
dalla figura dei martiri e dalla loro storia che racconta una vita che si fa
dono prima nell’aiuto concreto alle povertà materiali e spirituali di tanti e
poi nella donazione ultima e totale dell’essere uccisi nel nome di Cristo. In
particolare non scorderò mai gli anziani alla casa di riposo a Casma – a nord
di Lima - dove ho fatto servizio.
Questa esperienza mi è
servita per aprire gli orizzonti, ricordandomi che la Chiesa è una, santa,
cattolica e apostolica e che quelli sparsi nel mondo sono miei fratelli nella
fede e in cammino verso Gesù come me, che vivono e pregano a partire dalla
stessa fede anche se con modalità, riti e tempi diversi. Sono tornato
fortificato nella mia fede e nel mio cammino vocazionale.
Marco Padroni
Mi chiamo Maddalena: sono di Genova e ho 19
anni. A breve inizierò l’università. Il gran desiderio di fare un’esperienza
missionaria mi ha spinta ad unirmi al gruppo ‘Testimoni della Speranza’ che si
trovava a Padova, anche superando l’ostacolo della distanza geografica.
Del Perù mi hanno stupito soprattutto
l’accoglienza, i sorrisi per strada, gli abbracci forti e pieni di affetto dei
bambini, l’ospitalità ricevuta in casa da chi non mi conosceva. Tutte cose che
a fatica in Italia si sperimentano. Subito ho provato disagio, ma poi ho
sentito che di questa umanità semplice avevo bisogno e che ritornata a casa mi
sarebbe mancata.
Sono stati momenti profondi e allegri le
messe celebrate nella cappella dei martiri con i bambini e mi sono accorta che
la fede delle persone incontrate è molto diversa dalla mia. Ma il dono più
grande per me è stato incontrare la gente nelle loro case, spesso fatte di
mattoni di fango e paglia intrecciata, e ascoltare le vecchie dei villaggi che
ci testimoniavano il loro incontro con i martiri Miguel e Zibi. E vorrei dire
che Miguel e Zibi ci sono stati vicini e ci hanno accompagnato durante il
nostro andare.
A Chimbote, città a nord di Lima, ho capito
la differenza tra vita e sopravvivenza. Qui ho visto madonna povertà – come la
chiamava Francesco d’Assisi - e per me ha rappresentato un bel colpo allo
stomaco: famiglie che vivono senza acqua e senza elettricità, i cui figli
devono rinunciare alla scuola per lavorare in strada e dove la violenza
domestica è all’ordine del giorno. Mi sono misurata con la povertà anche nella
casa di riposo di San José gestita dalle suore di santa Teresa di Calcutta.
Ora inizia per me la vera missione:
testimoniare ciò che ho visto e portare speranza per un mondo migliore.
Maddalena Fabbi
Riassumo l’esperienza
vissuta in Perù con alcune parole.
OCCASIONE. Mi è stato
proposto durante l’anno di seguire il percorso Testimoni della Speranza, anche
in vista dell’esperienza missione, assieme ai frati conventuali, suor Martina e
un gruppo di giovani. Qualcosa di lontano dai miei impegni quotidiani e dal mio
servizio, dal mio mondo ordinario e
fuori dai miei schemi. Un’occasione appunto tutta da vivere.
MISSIONE. Vivere la
missione in una ‘terra diversa’. E mi sono sorte tante domande: cosa significa
missione o essere missionario? Cosa comporta? Qual è il cuore? Si può essere missionari
rimanendo nel proprio paese? In Perù non ho trovato risposte, ma ho incontrato
tante persone e ho visitato una cultura che mi ha arricchita.
MARTIRI. Siamo arrivati
su una terra sacra, “bagnata” dal sangue di missionari che hanno condiviso la
propria vita fino al martirio. Mistero davanti al quale ho cercato di
“togliermi i sandali” per cogliere il “sacro” che si respira.
TESTIMONI. Abbiamo
conosciuto persone che hanno condiviso una parte del cammino e del lavoro dei
martiri. I primi testimoni di un amore che continua nel tempo, i secondi
testimoni di un amore che profuma di vita donata fino alla morte.
FRATERNITÀ. Mi sono
sentita “mandata” dalla mia comunità religiosa e ringrazio le tante persone che
ci hanno accompagnato con la preghiera. E sono partita non da sola ma con un
gruppo di “fratelli” con i quali abbiamo condiviso gioie e fatiche, emozioni,
ricchezze e povertà.
ESPERIENZA. Che sia
stata solo un’esperienza meravigliosa e fantastica da ricordare nel tempo o
un’esperienza che si fa quotidiano? Spero in questa seconda opzione.
Suor Renata Ferrari
Carissimi Giovani,
la seconda edizione di questa proposta inizierà tra pochi giorni.
Se sei interessato ad approfondire l'aspetto missionario della Chiesa e la tua ricerca personale in questo aspetto contatta uno degli animatori.
Qui sotto trovi le indicazioni.
Buon cammino!
suor barbara
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